So che il titolo di questa cartolina vi ha attratto, come si direbbe nel mio mondo è catchy!
E lo ammetto non è un caso, perché l’autostima ci riguarda da vicino, nessuno escluso.
Sia la nostra, sia quella degli altri (soprattutto se abbiamo dei ruoli che ci impongono di prendercene cura).
In questi giorni mi sono chiesta spesso come poter unire queste due anime:
da una parte c’è l’autostima, un oggetto prezioso che abbiamo dentro.. se dovessi visualizzarlo lo immaginerei come un pendente in vetro, trasparente, a forma di cuore anatomico, che custodisce delle lucine minuscole
dall’altra l’how to, questa formula magica che il mondo contemporaneo ci ha insegnato a vivere come un mantra familiare, che spesso ci illude di poter imparare a fare tutto, in pochi minuti, con pochi semplici passi
Capite da voi che la combinazione è a dir poco esplosiva!
Ma torniamo per un attimo all’autostima, riuscite ad immaginarla così come ve la sto suggerendo?
Ok, allora fin quando le lucine si accendono pian piano, le batterie sono cariche e il cuore è intatto funziona tutto ed, anzi, la composizione è veramente d’impatto: un’opera d’arte.
Ma è un meccanismo vulnerabile per diverse ragioni:
la forma, non ho scelto a caso quella di un cuore anatomico, l’autostima per quanto siamo convinti che sia direttamente proporzionale alla testa e alla razionalità ha a che vedere con il cuore molto più di quanto possiamo immaginare!
Si tratta infatti dell’organo più potente e delicato che abbiamo dentro, che è capace di spezzarsi, anche e ricostruirsi
le lucine impreziosiscono tutto, creano l’atmosfera calda e accogliente che ci fa sentire a casa, ma è facile che si fulminino e ne basta una off per rendere il tutto meno di impatto
le batterie vanno ricaricate e non sono infinite, però da loro dipende tutto.. bella responsabilità!
Questi sono gli scenari dell’autostima, della nostra ma anche di quella degli altri: un sistema delicatissimo e allo stesso tempo con un potenziale incredibilmente affascinante.
Poi c’è il mondo dell’how to che non riguarda solo noi, ma anche ciò che possiamo fare noi nei confronti degli altri (come dicevamo all’inizio).
Possiamo essere i migliori amici della nostra autostima e di quella altrui, ma anche diventare i peggiori nemici e carnefici.
Ricordate il meccanismo delicato con cui abbiamo a che fare?
Ecco, basta pochissimo per scivolare in un loop complicato e sentire che quel sistema non funzioni più oppure che noi non sappiamo più prendercene cura o farlo funzionare come vorremmo.
C’è però una buona notizia, l’autostima è un sistema aperto:
il cuore è l’organo più forte che ci sia e anche se va in pezzi sa sempre come ricostruirsi, è importante lavorarci su con un pò di intelligenza emotiva
le lucine possono essere sostituite, avete presente quando comprate un filo/una luminaria e vi danno le lampadine di ricambio, ecco ognuno di noi è un mastro della luce e profondamente sa come fare a riaccendere quella fiammella: il passato in questo è davvero un buon consigliere!
le batterie ci danno un segnale quando si esauriscono, perchè il sistema va in tilt, ed è proprio quello il momento per sostituirle: per accorgesene è importante rimanere in ascolto e non sottostimare mai il carico
Questa riflessione per ricordarci che abbiamo a disposizione la possibilità di essere degli incubatori degli ingranaggi dell’autostima ed è davvero un compito sfidante, ma allo stesso tempo bellissimo!
L’unica vera domanda è lo vogliamo davvero?
E a proposito di poter essere incubatori degli ingranaggi dell’autostima, mi ritorna alla mente una pellicola che, per chi ha frequentato i miei Corsi di Tecniche di Comunicazione progettati per apprendere anche tramite l’analisi e la visione dei film, ricorderà di sicuro per altri motivi.
Siamo nel 2009, la pellicola è The Blind Side.
Con questo film Sandra Bullock vince svariati premi fra cui un Premio Oscar e un Golden Globe.
Vi consiglio di guardarlo attentamente e vi ritroverete a scoprire quanto questa storia abbia a che fare con l’autostima!
Una delle mie citazioni preferite è:
You should hope for courage and try for honor.
And maybe even pray that the people telling you what to do have some, too.
Nell’autostima, infatti, il tema del coraggio penso sia davvero rilevante, così come quello dell’agire in coscienza, con rispetto e dignità.
Sia nei nostri confronti che in quelli dell’altro.
Per alimentare l’autostima, esercitarsi su essa e catalizzarla ci vuole davvero coraggio, ma anche perseveranza e costanza.
E in questo senso sarebbe bello prendere almeno una briciola di ognuno di questi ingredienti da Leigh e farne tesoro.
Considerare questa prospettiva ogni qualvolta diamo o riceviamo un feedback è un esercizio fondamentale e potrà esserci davvero d’aiuto per conoscerci sempre di più, individuare le nostre aree di fragilità e comprendere al meglio i nostri interlocutori.
Guardatelo e fatemi sapere che ne pensate!
Questo mese, pur essendo il più breve dell’anno, lo vivo sempre densamente.
Il mese che ci prepara alla primavera, che ci suggerisce di stare ancora un pochino in letargo e che in qualche modo ci legittima a farlo.
E in questo contesto Sanremo diventa protagonista di conversazioni, volente o nolente, sia se decidiamo di seguirlo proattivamente che non ci interessi.
Quest’anno di Sanremo mi ha colpito la figura di questo cantautore Lucio Corsi, ai più (forse) sconosciuto, che ha portato una narrazione semplice e nel farlo è stato coerente con se stesso e il proprio stile.
Ciò che ho apprezzato è stata la sua capacità comunicativa di portarci nel suo mondo, volerci raccontare una storia molto concreta, ma fondata sui codici della fantasia.
In questo senso, ho trovato molto interessante questo spezzone di intervista, rilasciata a Radio Deejay, in cui ci spiega perché ha deciso di avvalersi di Topo Gigio, non solo come spalla ma anche come personaggio iconico, per il suo duetto.
Così come questo frame di una conferenza stampa, in cui parla della prospettiva con cui ha guardato al suo percorso:
credo si tratti di un punto di vista disruptive, perché ci invita a concentrarci sull’importanza del dare fiducia ai momenti di partenza, piccoli e grandi che siano, piuttosto che sul focalizzarci esclusivamente sull’arrivo e tutte le aspettative ad esso connesse.
E per concludere questa nostra cartolina, vi propongo uno dei brani di Lucio Corsi a cui nel tempo sono rimasta più legata …
… per ricordarci che l’autostima ha bisogno di tutta la nostra gentilezza, il nostro coraggio e la nostra autenticità: per averne cura, ogni giorno.
Alla prossima,
vi aspetto sempre nei commenti
un abbraccio
Grande Federica
Grande Lucio
Un abbraccio